Luciano Piccinini, detto “Piccio”, è autista e magazziniere del Fidenza Calcio da ben tre anni. Il suo lavoro non è assolutamente da sottovalutare perché permette a staff e giocatori di avere sempre a disposizione tutto ciò che occorre loro per allenarsi al meglio. 
Inoltre, guida il pulmino della società e mantiene la sede del Fidenza sempre ordinata e pulita.

 

Da quanto tempo fai parte del Fidenza e come sei arrivato? Qual è il tuo ruolo?

Sono entrato nel Fidenza Calcio come magazziniere e autista tre anni fa. Avevo già svolto questi ruoli prima, per un’altra società, ma ho deciso di smettere per seguire mio figlio giocare.
Poi proprio Simone mi ha detto che il Fidenza stava cercando un magazziniere che svolgesse diverse mansioni. Il mio incarico all’inizio doveva essere provvisorio, ma col passare degli anni ho deciso di rimanere e tutt’oggi la mia collaborazione sta andando avanti.
Senza di me il magazzino non so in che condizioni sarebbe ora! (ride, ndr).

 

Hai mai giocato a calcio?

Io ho giocato negli Allievi della Fortitudo Fidenza come portiere. Purtroppo, a causa di un grave infortunio, ho dovuto smettere molto presto.
Ho iniziato a giocare all’età di 13 anni ed ero compagno di squadra di Baratta, ma dopo appena due anni mi sono infortunato e ho dovuto operarmi alla gamba. Questo episodio ha segnato la fine della mia giovane carriera.

 

Qual è la parte più difficile del tuo lavoro, oltre ad avere molta pazienza? 

Le persone che mi fanno “arrabbiare” di più sono i giocatori-lumaca: stanno sempre delle ore negli spogliatoi a cambiarsi, perdere tempo e sono anche i più disordinati. Anzi dire disordinati è un eufemismo.
Nell’insieme, però, essendo stato giocatore anche io, so cosa significa e più di tanto non mi posso lamentare.
Tuttavia, confesso che alcune volte mantenere la calma è davvero difficile, soprattutto quando, molto tempo dopo che è finito l’allenamento, trovi giocatori nello spogliatoio seduti a guardare il soffitto. Io sono obbligato ad aspettare che l’ultimo esca perché poi devo chiudere e spesso l’attesa è molto lunga.

 

Dopo le partite ti confronti con Simone oppure lasci che sia lui a decidere se parlartene o meno?

No, io e Simone siamo stati in parecchie società, lui da giocatore e io come magazziniere o dirigente. In nessuna società mi sono mai permesso di fare una polemica nel caso in cui mio figlio giocasse poco o giocasse in un ruolo piuttosto che in un altro.
Come padre e figlio abbiamo sempre deciso di mantenere i due reparti separati. Non commento mai nemmeno la sua prestazione perché ho un punto di vista diverso dal suo.
L’unica cosa che gli ho sempre detto è che quando calcia il pallone sembra uno “scarpassone”, però il pallone arriva nel posto giusto, quindi va bene così.

 

Quale momento della tua esperienza qui a Fidenza ricordi con più piacere?

A dir la verità non sono uno che fa trasparire molto le sue emozioni. Ci sono dei momenti in cui prenderei a “botte” alcuni giocatori (in senso buono) perché, conoscendoli, hanno le potenzialità, ma quando scendono in campo non danno sempre il 100% e questo mi dispiace e mi fa arrabbiare; giocano tanto per giocare.

 

Cosa si prova ad essere “imparentato” con Giorgio? 

Con Giorgio ci conosciamo da tanti anni, già da prima che io entrassi nel Fidenza. Ci siamo conosciuti per motivi di lavoro e negli anni l’amicizia si è consolidata ulteriormente.
Oltre al rapporto professionale, dunque, c’è anche un rapporto di amicizia, rafforzato dal fatto che Simone e Nicole sono fidanzati da diversi anni ormai.
Diciamo che c’è il pericolo di diventare consuoceri! (ride, ndr).

 

È vero che da giovane hai sedato diverse risse? Raccontaci un po’.

Sì è vero, è capitato a Borgotaro nell’82-83 durante una partita di calcio. Facevo il carabiniere ed ero in servizio insieme ad altri tre miei colleghi, quando tra le due squadre è scoppiata una rissa. Siamo subito intervenuti, rischiando di rimanere coinvolti in prima persona. In quattro contro venticinque persone non è che puoi fare molto; abbiamo cercato di calmare le acque.
Un’altra volta da giocatore, ma sempre a Borgotaro, abbiamo fatto rissa con i nostri avversari perché la partita è stata sospesa quando vincevamo 6-0, mentre sarebbe stata da sospendere già dall’inizio perché il campo era impraticabile a causa di una forte nevicata.

 

Un augurio per la seconda metà di stagione.

Guardando la rosa e i giocatori singoli ci sono le potenzialità per fare una seconda metà di stagione migliore rispetto alla prima parte. Possiamo puntare alle prime posizioni della classifica.
L’importante è che i ragazzi vadano in campo con la giusta grinta e determinazione perché alcune partite, con squadre più che abbordabili, si potevano portare a casa e così non è stato. A volte siamo troppo superficiali e anche un po’ presuntuosi, credendo di aver già vinto ancora prima di scendere in campo.
Bisogna essere più umili e pensare che ogni squadra avversaria sia superiore rispetto a noi. Però, ripeto, come rosa e come individualità, al netto dei tanti infortuni, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno.

 

Grazie Piccio, so che sei sempre molto impegnato e che, a tempo perso, sei anche un ottimo grigliatore! Però mi è rimasto ancora un dubbio: è per colpa dei giocatori che ti fanno arrabbiare che fumi così tante sigarette?

 

Mattia Dallaturca